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Reduce da una formativa esperienza in Inghilterra “l’allenatore in carrozzina” Antonio Genovese, primo ed unico mister diversamente abile con patentino Professionista UEFA A del calcio italiano, ci racconta il memoriale dei suoi cinque mesi trascorsi a Londra.

Di seguito il suo racconto.

Rimasto senza squadra, dopo la Promozione con l’Empoli Ladies in Serie A, ho deciso di intraprendere un nuovo percorso…

A fine luglio decido di partire per l’Inghilterra, precisamente per Londra, e lì vi resterò per cinque mesi.

Ricordo ad Empoli le difficoltà mie e di Mister Pistolesi ad interloquire con Emily, Pam, Vaarin, Courtney e Maria (due di queste americane, una slovena, una greca ed una norvegese) dove spesso dovevamo “ricorrere” all’aiuto delle ragazze per tradurre correttamente in inglese… nel calcio di oggi ciò penso sia inammissibile e noi Mister dobbiamo dare il buon esempio alla luce di squadre che sempre più hanno al proprio interno giocatrici provenienti da ogni parte del mondo.

Per mia conoscenza e voglia di migliorare il mio inglese ho deciso di perfezionare sul posto la lingua ma… già che ero lì perché non andare a vedere e studiare il calcio inglese visionando allenamenti e partite di squadre maschili e femminili?

La sveglia era poco dopo l’alba per prepararmi, prendere la metropolitana presto per evitare il caos dell’ora di punta ed andare in centro a scuola dove mi fermavo sino a metà pomeriggio per studiare, ripassare e fare i compiti oltre che esercitarmi nella lingua parlando con altri studenti di ogni parte del mondo o in giro per la city….

Nel week-end lo studio continuava ma in giro a conoscere le bellezza che la città offriva e… allo stadio…

Oltre che visionare allenamenti ho deciso di andare a perlustrare gli stadi visitando così: l’Emirates Stadium (Arsenal), Stamford Bridge (Chelsea), Wembley (Nazionale),Tottenham Hotspur Stadium (Tottenham) e devo ammettere che purtroppo siamo indietro anni luce per composizione dello stadio, cultura, etc.

Grazie a Paolo e, gli amici della Mapa Sport Agency ho avuto la possibilità di conoscere (con cui ancora sono in contatto) Les Ferdinand (ex giocatore di Tottenham e QPR), ora Manager del QPR che mi ha accolto ad Harlington per conoscere, parlare, discutere con lui di calcio e visionare gli allenamenti della prima squadra maschile inizialmente e poi femminile.

Con Mr. Ferdinand da subito si è instaurato un bel rapporto con stima reciproca su idee, metodologie di allenamento e conduzione di squadra… poco prima di ripartire per l’Italia ricevere la maglia QPR con sua dedica e firma di tutti i giocatori della Prima Squadra mi ha piacevolmente colpito.

Ho visionato, parlato con giocatrici nazionali inglesi, finlandesi, norvegesi, coreane, etc (in inglese) e mi sono confrontato con gli Head Coach di Chelsea e Manchester United e sia da giocatrici che tecnici la seria prospettiva di allenare in futuro in Inghilterra dove le barriere mentali ed architettoniche sono pressoché inesistenti e dove il mio curriculum è ben apprezzato… in Italia invece a “barriere” bisogna farne ancora tanta di strada…..

In Italia se vai allo stadio la prima cosa che noti sono le reti di recinzione ai bordi del campo.. in Inghilterra…un altro mondo, ogni partita di calcio femminile in Barclays Super League ha in media almeno 4000-5000 spettatori paganti.

A Wembley per la gara di qualificazione all’Europeo femminile, tra Inghilterra e Germania, eravamo in oltre 70.000 spettatori … a Wembley… purtroppo in Italia non si è riusciti a dare San Siro ai derby (campionato e Coppa Italia) nè a Milan-Juve… nonostante il campo fosse disponibile.

Per colmare il gap bisogna ancora lavorare molto e, a parer mio lavorare molto sul razzismo… in Italia ancora presente che non si può derubricare a piccoli comportamenti di alcuni tifosi… le curve vanno educate e bisogna, a parer mio, intensificare le pene.

In Inghilterra avevano il problema Hooligans ma… hanno deciso di affrontarlo e vincerlo e… ci sono riusciti…. perché non farlo anche noi qui in Italia?

Andare allo stadio e vedere le partite senza rete a ridosso del campo è un qualcosa di splendido come il vedere molte famiglie con bambini piccoli allo stadio… pubblico che incita per tutta la partita ed oltre… speaker, tabelloni elettronici con proiettate immagini, replay, formazioni con foto delle calciatrici… come in Italia… solo..in Serie A maschile o poche altre realtà fortunate.

Vedere poi Tutte le squadre a fine gara fare allenamento defaticante si concilia con le mie idee calcistiche… purtroppo in Italia sembra sparito…

Il richiamo del campo è molto forte e sicuramente il mio futuro lo vedo in Serie A o Serie B in Italia o, all’estero.. magari proprio in Inghilterra…

Essere a Londra e vedere alla prima di campionato il gruppo dei tifosi Campioni d’Italia juventini “Dominio Bianconero” che srotola ed espone ad inizio secondo tempo della prima di campionato contro la mia ex squadra uno striscione che recita “Antonio Genovese Uno Di Noi” …vedere improvvisamente il mio nome esposto dalla tifoseria juventina contraria alla decisione di non riconferma della squadra toscana ha dimostrato un’apprezzamento, stima nei miei confronti che porterò sempre dentro me e per loro ma soprattutto per mio padre (purtroppo salito in cielo a settembre) anche lui incredulo della decisione della squadra toscana devo, e voglio, andare in Serie A, B o estero ma non scendere di categoria perché… me lo merito… per competenze e risultati ottenuti sul campo…

Nel mio curriculum Tutti gli obiettivi dati dalle società in cui sono stato sono stati raggiunti con largo anticipo… a Napoli, Trani dove si richiedeva la Salvezza in Serie B, a Roma con la Res Roma dove per due stagioni ero collaboratore di Mister Melillo in Serie A ottenemmo due anni di fila la Salvezza sul campo senza mai ricorrere ai play-out… lo scorso anno dal 21 Luglio (mio primo giorno ad Empoli) fui l’unico ad essere convinto da subito, e non dopo (anche quando inizialmente vi erano difficoltà di risultati), che saremmo stati Promossi in Serie A e… così fu… il ritorno in A me lo ero meritato sul campo e voglio dimostrare… sul campo che… me lo merito.

Giusto un inciso… essere il primo ed unico (ad oggi) Allenatore Professionista UEFA A in carrozzina italiano e probabilmente in Europa non è cosa semplice specie se in Italia lo diventi in carrozzina… questa stagione in Serie A per allenare bisogna essere Allenatori Professionisti UEFA A (dalla prossima stagione anche in Serie B) … lo sono… sono pronto.